Favole giocosE per "bambini"
Come colonizzare un altro pianeta e come siamo stati colonizzati
Se dominassimo la gravità e il tempo come indicato nell’appunto tecnico numero 3 potremmo raggiungere velocità inimmaginabili e distorcere il tempo e la durata della nostra vita. A questo punto potremmo essere pronti ad esplorare una fettina del nostro universo, come nei film che ogni tanto girano nelle sale cinematografiche e magari colonizzare altri pianeti sperando di non fare danni (la vedo dura).
Però sono convinto che noi siamo “macchine peculiari” settate per la terra e la gravità terrestre, adattarsi ad un pianeta simile ma con una gravità diversa la vedo comunque dura. Potremmo adattarci a questa situazione legandoci geneticamente a qualche specie autoctona. Probabilmente quando avremo la tecnologia di cui sopra avremo anche le conoscenze genetiche per fare quanto appena detto. Per adattarci al nuovo pianeta potremmo fare degli interventi genetici per creare una razza a noi simile, potremmo perdere qualche caratteristica ma acquisire altre e la capacità di abitare nel nuovo pianeta.
Ho letto da qualche parte che in testi antichissimi o in alcune rappresentazioni si parla di esseri venuti dal cielo da cui abbiamo appreso molto ma probabilmente non quanto basta per non autodistruggerci o comunque per disperdere quanto ci hanno insegnato. Potrebbero averci insegnato molto, per quanto potevamo apprendere ma non ci hanno lasciato tutto quanto sapevano, forse perché non eravamo pronti o chissà per quale motivo, chissà l’ignoranza aiuta i potenti. A questo punto andando a ritroso di migliaia di anni potremmo essere il frutto di esperimenti genetici di massa partiti da fonti diverse che hanno generato più specie umane, alcune addirittura estinte o sterminate. Nel crearci potremmo aver perso alcune caratteristiche (ad es. l’immortalità, telepatia) in cambio di consapevolezza (se così possiamo definirla) e la possibilità di ambientarsi al pianeta terra. Una visione affascinante del nostro inizio evolutivo che potrebbe portarci ad ulteriori evoluzioni magari non tanto fisiche ma concettuali e di spessore spirituale oltre che cognitive.
Come dico sempre queste sono solo favole da raccontare ai propri bambini, chissà che qualcuno di essi nel proprio inconscio nascondi la verità e riesca a portarla alla luce per dare un senso alla nostra missione universale.
Ma per finire, coloro che ci hanno creato sono tutti morti, si sono nascosti, mescolati fra noi, o semplicemente partiti per altre destinazioni lasciandoci in balia delle nostre debolezze terrestri da loro ereditate in parte?
Ognuno è libero di pensare ciò che vuole… il pensiero non può essere limitato, corrotto e indirizzato quando arriva dall’entusiasmo di mettere in gioco e in discussione tutto e tutti cercando di dare soluzioni universali con un pizzico di coerenza…
Alessandro Leghi
6 gennaio 2017